di Jean-Luc Godard
Francia | 1960 | 87 min.
Giorno venerdì 8 luglio
Location Passo delle Fiorine (Monte della Madonna) - TEOLO (PD), via Monte della Madonna
Michel Poiccard è un ladruncolo che, dopo aver rubato un auto, viene fermato da due poliziotti per un sorpasso ad alta velocità. Pur di non passare i guai uccide uno di loro. La polizia, però, riesce a identificarlo, e la notizia viene pubblicata su tutti i giornali. In giro per Parigi, Michel incontra Patrizia, una studentessa americana che vorrebbe diventare giornalista, con la quale rinsalda una vecchia relazione…
Allo stesso modo di François Truffaut, Éric Rohmer, Claude Chabrol e Jacques Rivette, Jean-Luc Godard ha lavorato come critico e saggista per i Cahiers du Cinéma negli anni Cinquanta. Il primo lungometraggio, Fino all’ultimo respiro (1960), è un film di importanza capitale per tutto il cinema degli anni Sessanta, primo passo verso una libertà nuova. Ne seguiranno altri :tra il 1960 e il 1967, Godard gira 15 lungometraggi e partecipa a sette film collettivi, opere all'insegna di un continuo ripensamento del linguaggio cinematografico, della rimessa in questione di certi lavori, di una meditazione spesso geniale sul significato dell'intervento registico. La fase "maoista" di Godard (1968-1973) ne chiama in causa l'apparato ideologico, la filosofia, la visione sociale e morale. Dopo un lungo periodo dedicato al video, al cinema di ricerca, al cinema sperimentale o militante, Godard torna al cinema con Si salvi chi può (La vita), da lui definito "il secondo primo film": il nuovo Godard mostra un'attenzione più viva per le tematiche del privato ma anche, nella forma, una nuova voglia di manipolare l'immagine, la rappresentazione e, come accade nel recente Addio al linguaggio (2014), la stessa percezione del pubblico.