Diario di un curato di montagna

di Stefano Saverioni

Documentario | Italia | 2008 | DvCam | 58 min.

giorno
venerdì 10 luglio
location
ESTE, Chiostro S. Francesco

La parrocchia di Don Filippo Lanci non è una parrocchia come tutte le altre. Salendo per la strette e suggestive strade che tagliano le pendici della più alta montagna dell'Appennino, il Gran Sasso D'Italia, in Abruzzo, si può arrivare a Pietracamela, Cerqueto e Intermesoli, piccoli e solitari borghi abbarbicati alla roccia e quasi ormai parzialmente spopolati. Passata la villeggiatura estiva, pochi anziani e qualche famiglia abitano infatti le case di pietra e d'inverno con la neve alta è facile rimanere isolati. Così le secolari chiese si fanno sempre più vuote, deserti i vicoli e le strade, muti i pascoli e le vallate. Dai ghiaioni e i pendii, lungo le gole e le forre boscose si alza fino alle vette e alle cime incontrastato il vento, mentre i rintocchi dei campanili scandiscono nel silenzio la vita di ogni giorno come le stagioni gli anni. In questa condizione di frontiera, dove tuttavia resiste ancora una umanità semplice e ricca di tradizioni, il giovane e inquieto sacerdote troverà, attraverso le proprie contraddizioni, la via per meglio comprendere se stesso e il proprio rapporto con Dio.

Da bambino facevo spesso il chierichetto. Guardavo incuriosito il calice che si elevava al cielo durante la consacrazione e mi meravigliavo che quel vino, che mio padre beveva tutte le sere e che dava al parroco la domenica mattina, potesse con una formula magica tramutarsi in sangue così, in un batter d'occhio. A volte ne dubitavo ma poi assalito da mille rimorsi subito me ne pentivo così che il prete, pur così vecchio e malaticcio, continuava ad avere un non so che di misterioso e potente che lo rendeva diverso e superiore agli altri uomini. Con gli anni il mio piccolo dubbio non è stato più seguito dal pentimento e per molto tempo sono stato orgogliosamente lontano dalle chiese. Ciò nonostante sempre è rimasto in me, pur nel mio irriverente scetticismo, una certa benevolenza per gli uomini e le donne che hanno consacrato e consacrano la loro vita a Dio, qualunque confessione essi abbraccino. Hanno le persone di fede un non so cosa di inafferrabile, di sfuggente, una certa ostinazione dello spirito, una certa pacata “irragionevolezza” che le rende a loro modo poetiche e affascinanti, quasi solitari Don Chischiotte della modernità. (Stefano Saverioni, regista)

Stefano Saverioni (1977) vive e lavora tra Teramo e Roma. E' regista documentarista, direttore della fotografia, operatore, editor. Dopo aver frequentato nel 2000 il bimestre propedeutico, indirizzo montaggio, alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma, lavora per il centro di produzione video Mediatime di Teramo e per la L&R comunicazione di Roma collaborando con le maggiori emittenti televisive abruzzesi e nazionali. Nel 2005 si laurea in Scienze ambientali all'Università dell'Aquila con un tesi sull'uso dei media digitali nell'analisi del paesaggio. E' membro direttivo del Cineforum Teramo, associazione che svolge da quindici attività costante di diffusione della cultura cinematografica ed audiovisiva a tutti i livelli. Ha lavorato come direttore della fotografia in “Omission”, lungometraggio di Emiliano Dante (2009), in “Vado a vivere in campagna”, format televisivo di L. Aprati, in onda su RaiSat e in “Una storia italiana, Tonino Lamborghini” documentario di L. Aprati (2007). Come regista stà ultimando il suo nuovo documentario “Agli uomini, alle bestie e ai Santi”.

Regia
Stefano Saverioni
Soggetto
Stefano Saverioni, Pietro Albino Di Pasquale
Sceneggiatura
Stefano Saverioni, Pietro Albino Di Pasquale
Fotografia
Stefano Saverioni
Montaggio
Stefano Saverioni
Musica
Enrico Melozzi
Interpreti
Don Filippo Lanci
Produzione
Monotroupe

Screenshots:

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